Cos'è l'Emetofobia

L’emetofobia è la paura eccessiva ed apparentemente illogica di vomitare, di assistere a scene di vomito di altri o di vedere il vomito stesso.

E’ una di quelle che vengono definite “semplici” ma che in realtà semplice non è affatto.
Il vomito infatti non è uno di quegli elementi ai quali si può stare lontani, come possono essere invece corsi d’acqua, altezze, mezzi di trasporto etc.
Non ha un luogo o una situazione specifica nella quale si manifesta, si può palesare sempre, in qualsiasi momento, sia fuori casa che in casa, sia quando si è da soli che quando si è in compagnia.

La particolarità che la rende davvero una delle fobie più invalidanti è che all’ansia seguono quasi sempre sensazioni allo stomaco/pancia e quando questo succede nell’emetofobico aumenta ancora di più la paura, l’ansia e l’agitazione. Si entra così in un loop dal quale è difficile uscire e questo è il motivo per il quale l’emetofobico spesso e volentieri ricorre all’abuso di farmaci, che siano ansiolitici, antiemetici o digestivi.

La nausea che riesce ad autoindursi l’emetofobico è assolutamente reale e molto spesso più forte di una nausea naturale dovuta a sensazioni di malessere, virus o gravidanze.

Un’altra particolarità dell’emetofobia è che chi ne soffre a elevatissimi livelli di “resistenza” al vomito. Sono infatti persone che nella maggior parte dei casi non superano i 9/10 eventi nel corso dei primi 40 anni di vita.
La poca famigliarità con questo evento e i ricordi che spesso diventano vaghi, peggiorano la situazione emotiva. L’emetofobico infatti si chiede spesso se quella che prova è nausea reale, come sarebbe la sensazione della nausea (principalmente da virus) e come è realmente la sensazione che si ha durante un episodio di vomito. Più se lo chiede, meno se lo ricorda e più costruisce nella proprio mente un’immagine di questo evento come di una cosa assolutamente ingestibile e terrificante.

L’emetofobia, seppur classificata tra le fobie ICD-10 e DSM-IV,  rimane una fobia poco conosciuta e della quale si parla troppo poco.
Colpisce per la maggior parte donne e si presenta molto spesso già durante l’infanzia.

Come tutte le fobie può essere presente per anni nella vita di una persona ma presentarsi a periodi alterni. Si può infatti passare periodi di tempo, a volte parliamo anche di anni, nei quali la fobia non si palesa per poi ripresentarsi, la maggior parte delle volte, in modo ancora più intenso.

Trascurare questa fobia è particolarmente pericoloso perchè può portare a gravi disturbi alimentari, abuso di farmaci, e isolamento sociale. Può inoltre sfociare in altre fobie quali l’agorafobia e l’ipocondria.

Pensieri comuni dell'emetofobico

Passo la maggior parte del mio tempo libero in supporto all’interno di forum e community di persone emetofobiche e ho potuto constatare tantissimi atteggiamenti, orari prestabiliti e abitudini comuni.
– La maggior parte degli emetofobici inizia a provare sensazioni di ansia e nausea nel tardo pomeriggio. Le sera è in assoluto il momento peggiore.
– Molti hanno una vera e propria ossessione verso il cibo. Provano fame ma si trattengono perchè ad esempio è troppo tardi per avere il tempo di digerire, a questo si aggiunge un controllo quasi morboso delle date di scadenza e i modi di conservazioni degli alimenti. Alcuni arrivano a imporsi una dieta davvero restrittiva perchè selezionano attentamente i cibi che considerano “cibi sicuri”, quelli cioè con i quali sono sicuri di non sentirsi male o di avere problemi digestivi. Nei casi più gravi vengono assolutamente banditi cibi fritti, pizza, peperoni, panna e derivati sia dolci che non, uova, latticini, sughi e salse.
– Spesso e volentieri hanno la convinzione (assolutamente sbagliata) che rimanendo a stomaco vuoto non si corra il rischio di vomitare. Ogni volta che mi trovo a leggere queste affermazioni faccio sempre presente che non è assolutamente così e che vomitare succhi gastrici è molto meno piacevole che vomitare cibo (provare per credere). Ci tengo sempre anche a sottolineare che lo stomaco deve diventare il migliore amico dell’emetofobico se non si vuole essere traditi da lui e arrivare all’atto del quale si ha tanta paura. 
– Provano ansia preventiva. Si, non è difficile imbattersi in persone che sapendo di dover affrontare una cena in compagnia o una giornata fuori casa, iniziano a provare ansia, nausea e panico già nelle ore/giorni precedenti. Spesso arrivano addirittura ad assumere antiemetici preventivamente (che ricordiamo sempre essere farmaci abbastanza pesanti, non acqua fresca), prima di uscire, per poi sentirsi più sicuri e scongiurare il rischio di sentirsi male durante quell’evento.

Consigli su come gestire l'Emetofobia

Partiamo con il dire che qualora l’emetofobia si sia già pericolosamente avvicinata a disturbi sociali o alimentari è importantissimo affidarsi a degli specialisti come psicologi, psichiatri o per lo meno nutrizionisti che possano riportarvi sulla giusta via.
Altro consiglio che posso darvi e che a me aiutavano molto negli anni da fobica, sono la meditazione, lo yoga e le tecniche di rilassamento. Al giorno d’oggi si possono trovare tantissimi contenuti online, esercizi guidati, tecniche di rilassamento ed esercizi per rilassare il nostro corpo e arrivare quindi anche ad allentare lo stress e la tensione a livello di stomaco e pancia.
La borsa dell’acqua calda è un must per gli emetofobici che cercano un pò di sollievo, ed è sicuramente più salutare di medicinali e derivati.
Altre due oggetti che mi tranquillizzavano un pò erano sacchettino e bacinella. Si, può sembrare strano ma molta ansia in questa fobia deriva dal perdere il controllo, magari in pubblico, magari la vergogna di sporcare o la paura di non fare in tempo ad arrivare in bagno. Io avevo sempre ad esempio un sacchettino nella borsa, tipo quelli che ti danno in aereo. Ovviamente non in bella vista, perchè si rischia di pensare alla fobia anche nei pochi momenti di serenità della giornata, in una tasca interna, così da sapere che se mi fossi sentita male nel bel mezzo di un supermercato, su un mezzo di trasporto o in altre situazioni sociali, avrei potuto limitare i danni e non farmi vedere da tutti. La bacinella invece era perennemente di fianco al letto nelle mie serate di panico. Non cambia ovviamente il livello di terrore e l’agitazione, ma anche il solo sapere di non doversi preoccupare che il bagno sia libero o che si faccia in tempo a raggiungerlo fidatevi, è tanto.

Come posso aiutarvi ad uscire dall'Emetofobia

Con la Pnl si può andare a togliere l’ancora della fobia nel vostro inconscio con dei semplici esercizi. Niente a che vedere con ipnosi, manipolazioni o terapie mentali vere e proprie, semplicemente si vanno a modificare le emozioni collegate a quel determinato evento. In 3 sedute (numero standard perchè gli esercizi sono quasi meccanici e il tempo che serve per completarli è davvero quello) la maggior parte delle persone che si sono affidate a me ne sono uscite, una percentuale di riuscita ad oggi che supera il 90%.
Ovviamente non posso promettere la certezza assoluta, come tutte queste tecniche molto dipende da voi e da come ragiona il vostro inconscio, ma credetemi se vi dico che le emozioni di questa fobia sono tra le più facili da modificare.

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