Sono Paola, Mental Coach Specializzata nella Programmazione Neuro Linguistica (PNL) e Istruttrice Mindfulness.

Ad oggi il mio lavoro consiste nell’aiutare persone che vogliono di più, che vogliono riprendere in mano la propria vita, uscire da una Fobia o da una situazione di Disagio Emotivo.

Faccio il lavoro più bello del mondo, sì!

Ogni vostra vittoria, ogni traguardo raggiunto, ogni paura sconfitta, ogni cambiamento importante che riuscite a fare, non è per me solo il raggiungimento di un obiettivo ma molto di più.
Quando vincete, vinciamo in due.

Sono arrivata a 42 anni alla consapevolezza di me e di ciò che voglio, cose che da ragazza non avrei mai potuto immaginare o sognare. Vivo serena, applico costantemente il pensiero del “qui ed ora” e sto bene con me stessa.
Ma non sono sempre stata così…..

LA MIA STORIA

Sono nata in una meravigliosa famiglia Tosco/Emiliana nel 1981, seconda di due sorelle, super amata e coccolata da genitori e parenti.
Niente nella mia infanzia e adolescenza è stato triste, traumatico o negativo. Niente.
Eppure più crescevo e più pretendevo attenzioni. La gelosia verso mia sorella era evidente, nonostante lei non abbia mai avuto più di me, anzi, io risucchiavo ogni energia e attenzione da parte dei miei genitori, al punto che per lei ne rimanevano ben poche.
Gli anni passavano e io diventavo sempre più ribelle, più istintiva e più arrabbiata. Sì, arrabbiata senza nessun apparente motivo ma ero capace di esplodere come una bomba ad una sola parola sbagliata, ad una cosa negata o a qualcosa che non mi riusciva come volevo io. 
Intendiamoci, non sono mai stata una figlia “problematica” a livelli seri. Mai avuto problemi legali, di droga, sanzioni, incidenti, niente del genere.
Ma nonostante questo, la vita ai miei genitori sicuramente non l’ho resa facile.

All’età di 9 anni ho iniziato a soffrire di una fobia, emetofobia per la precisione. Avevo il terrore del vomito. I miei genitori, seppur non comprendessero come tutti quelli che non soffrono di fobie, hanno capito da subito che la situazione era seria e hanno provato ad aiutarmi in qualsiasi modo. Erano gli anni 90, quindi non c’erano internet, i social, i gruppi di auto mutuo aiuto. Pensavo di essere la sola al mondo a soffrirne ed è stato davvero difficile non convincermi di non essere pazza (ad oggi in Italia si parla di oltre 60.000 persone emetofobiche). Diverse volte ho intrapreso percorsi con psicologi e psichiatri ma non sono mai riuscita a risolvere il problema. Mi sono portata dietro questa fobia fino a 25 anni, quando un’amica mi ha consigliato un naturopata che praticava sedute di PNL, Programmazione Neuro Linguistica (ciò che mi ha salvata e che ad oggi è diventato il mio mestiere)

Ma tornando alla mia infanzia, già dai tempi delle scuole elementari i miei problemi di gestione della rabbia sono sfociati spesso in azioni manesche. Ancora prima di arrivare alle scuole medie mi ero guadagnata l’etichetta di “bulla”. Al tempo per me era molto più facile alzare le mani che usare le parole. Non riuscivo a trattenermi, la rabbia offuscava pensieri e logica e tutto succedeva nel giro di pochissimi secondi.
Questo poteva succedere per un torto subito personalmente o per qualcosa accaduto ad un mio amico. Il mio essere “cattiva” con alcune persone era inversamente proporzionale al senso di protezione che provavo verso quelli che invece facevano parte dei miei affetti.

Verso i 13/14 anni, oltre ad un andamento scolastico tutt’altro che buono e costante, ho iniziato ad avere una vita sociale vera e propria e indovinate un pò? Se nella mia città c’era qualcuno di poco raccomandabile state pur certi che io lo avrei frequentato. Più la gente ne diceva male, più i miei genitori si preoccupavano e più io ero in compagnia di queste persone. Col senno di poi mi ritengo molto fortunata a non essermi mai infilata in guai seri, ma devo anche ammettere che come ero istintiva e ribelle, allo stesso modo ho sempre avuto la mente molto lucida e molta sicurezza in me stessa. Non ero una persona manipolabile o che avrebbe seguito gli altri, per me stessa ho sempre deciso solo io.

A quasi vent’anni sono finita in una fortissima depressione a causa di una dipendenza affettiva. Proprio io che ero sempre stata benissimo da sola (come lo sono stata negli anni successivi), avevo affidato la mia vita, le mie certezze, la mia stabilità ad un’altra persona. Un’amico. Perchè dovete sapere che la dipendenza affettiva non è riferita solo al partner ma si può dipendere in modo malsano da qualsiasi persona faccia parte della nostra vita, se la mettiamo su un piedistallo e le diamo più valore di quello che pensiamo di avere noi stessi.
Quando questo amico è uscito dalla mia vita è crollato tutto ed è iniziato un percorso di sedute, psicologi, medicinali e lacrime… mamma mia quante lacrime. Se ci penso adesso mi chiedo come faccia un corpo umano a produrne tante.
Stavo male io e facevo soffrire tutte le persone intorno a me. Non vedevo via di uscita, nulla aveva più senso. Così è stato per oltre un anno.

Passava il tempo e io continuavo a crescere buttandomi a capofitto nelle situazioni, in convivenze improbabili, in lavori presi e lasciati di punto in bianco, in rapporti iniziati e finiti in un batter d’occhi. Il mio carattere esplosivo e poco incline alle regole faceva sì che anche nei posti di lavoro, nonostante io sia sempre stata una lavoratrice instancabile, alla fine nascessero sempre discussioni con responsabili e titolari.
Verso i 24 anni decisi di mettermi in proprio per la prima volta, a quell’esperienza ne sono seguite tantissime altre. Lavoravo, lavoravo bene, ma poi mi stancavo, non ho mai avuto costanza in ciò che facevo.
A 27 anni, ho venduto un’attività ad una persona che non ha mai pagato. Per problemi legali le avevano pignorato tutto e nonostante ogni mio sforzo per recuperare almeno parte della cifra, mi sono ritrovata con quasi 100.000 euro di debiti. In quel periodo credo che la mia rabbia sia salita a livelli da record. Mi svegliavo arrabbiata e andavo a letto arrabbiata. Se passavo bei momenti magari non lo sembravo, ma ero nervosa sempre, anche quando non lo facevo vedere. Credo sia stato in quel periodo che la mia gastrite ha cronicizzato, portandomi ad oggi ad avere spesso problemi digestivi e obbligandomi a stare attenta alla mia dieta.

Anche in quel caso, avendo sempre alle spalle la mia famiglia che grazie a Dio non mi ha mai lasciata, mi sono reinventata, per l’ennesima volta.

Poi la svolta.
All’età di 35 anni sono finalmente riuscita ad andare a vivere da sola. Ho preso in affitto un mini appartamento che ad oggi definirei più la mia Nuvola, un’isola felice, una bolla solo mia nella quale mi sono riscoperta e ho deciso piano piano di lavorare su me stessa. Avevo sempre detto di saper stare bene da sola, ma fino a quel momento non lo avevo mai davvero provato e non solo si è confermata la mia idea, ma è andata ben oltre alle aspettative.
Ho imparato a lasciare il passato per fare spazio al futuro, oggetti e persone comprese. Quello che oggi viene chiamato Decluttering io lo chiamavo repulisti. 
Ho imparato a correre meno, a stressarmi meno, a dare al lavoro la giusta importanza e a non vivere solo per quello.
Ho imparato che nella vita non puoi dare il 100% a qualcuno o a qualcosa ma che devi bilanciare i diversi lati della vita.
Ho imparato a gestire l’ansia e lo stress, ad arrabbiarmi molto meno o comunque solo per quello che davvero lo meritava.
Nel periodo del lockdown, quando il mondo si è fermato, ho avuto 46 interi giorni da dedicare solo a me stessa, alle mie passioni e con i miei tempi. Chiusa in quelle quattro mura mi sono sentita più libera che in tutto il resto della mia vita.
Il mio benessere emotivo ne ha giovato, così come quello fisico. E’ stato questo a farmi capire sulla mia pelle che le emozioni e la mente giocano un ruolo fondamentale anche sulla salute.

Da quel momento sono iniziati i miei studi sulla meditazione, sullo yoga, sul benessere mentale e, arrivata ad oggi, sul mindfulness.

Cambiare è stato facile? Assolutamente no. Ci è voluta davvero tanta forza di volontà e costanza.
Ne è valsa la pena? Assolutamente si, lo rifarei altre mille volte per arrivare alla serenità e al benessere di oggi.

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